Centro Studi Tradizionali "Sé"
Rivista di Studi Tradizionali
"Sé Metafisica Realizzativa"
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"Sé Metafisica Realizzativa"
INVITO
INCONTRI D'AUTORE
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con Alberto Samonà
per la presentazione del suo ultimo lavoro editroriale il romanzo
"Il Padrone di Casa"
Edizioni Robin - Roma 2009
per la presentazione del suo ultimo lavoro editroriale il romanzo
"Il Padrone di Casa"
Edizioni Robin - Roma 2009
Alberto Samonà, autore e giornalista siciliano, ha scritto diversi libri a contenuto simbolico, fra cui Le colonne dell’eterno presente (ila-palma 2001), La Tradizione del Sé (Atanòr, 2003), Riti pasquali (AA.VV. Ac-Mirror 2005), Tarocchi (AA. VV. Ac-Mirror, 2005). Dal suo racconto intitolato La bambina all’Alloro, il cantastorie iracheno Yousif Latif Jaralla ha tratto lo spettacolo teatrale Le orme delle nuvole. Ha scritto e diretto a teatro la piéce Una fiamma a Campo de’Fiori, sulla figura di Giordano Bruno. È componente della giuria nazionale del concorso letterario “Subway letteratura”.
Sabato 2 Maggio 2009 - ore 17.30
Agriturismo Masseria Spetterrata - C.da Spetterrata - Montalbano di Fasano
Importante!
Dopo le 20.30 sarà possibile restare a cena con l'autore solo previa prenotazione entro il 25.04.09.
per una quota procapite di €. 30.00
per info: 335 8198522
Giuseppe Vinci
Lo studio di sé è il filo conduttore de Il padrone di casa, romanzo epistolare del giornalista Alberto Samonà in libreria per le edizioni Robin di Roma.
La narrazione del libro si svolge secondo una scansione temporale di dodici mesi, contrassegnati, ciascuno, da una lettera che il protagonista del libro, un uomo sui quarant’anni, scrive ad un’amica lontana.
L’uomo cerca risposte e pone le proprie domande alla donna, ma la destinataria delle lettere resta in silenzio, mentre un ritmo circolare, evidenziato dalla mancanza di una risposta, contrassegna lo scorrere del tempo.
Il protagonista è “dipinto” dall’autore come un ricercatore addentro agli studi esoterici con un passato di militante di destra, che, però, ad un certo punto, complice una causa esteriore, si rende conto di come abbia beatamente trascorso tutta la propria vita nel sonno, nell’appagamento dei propri ego, ingigantiti anche dagli stessi studi da lui stesso svolti, nonostante lo scopo di questi fosse, in origine ben diverso e cioè, un fine di “liberazione”. Da qui, una “presa in carico” della propria situazione e il tentativo di uscirne, documentato dalle dodici lettere che il protagonista scrive all’amica, apparentemente semplici resoconti di vita ordinaria, in realtà tappe di un simbolico intimo viaggio in se stesso, o comunque, attività preparatorie al compimento del viaggio.
La donna resta muta per tutto il libro, fino a quando, forse, si può incominciare a sentire la voce del “padrone di casa”, il solo in grado di mettere ordine fra le mille altre voci che convivono nell’autore delle lettere.
Non mancano riferimenti a Evola e Guenòn e pagine interamente ispirate al pensiero tradizionale. Evidente anche l’influenza dell’insegnamento di Gurdjieff, nonostante l’autore, per rispetto e discrezione, non citi mai la fonte: un modo elegante che scongiura il rischio di appesantire la lettura.
Alla lettura lineare che lo fa somigliare ad un ordinario libro di narrativa, però, se ne aggiunge una meno evidente, “esoterica”, perché nelle pagine del romanzo è come se vi fossero molteplici segnali di un universo nascosto, che non appare immediatamente, ma che si disvela solo a chi sa guardare oltre, secondo il metodo tradizionale della conoscenza sintetica e analogica.
Alberto Samonà, Il padrone di casa, Edizioni Robin (Roma), pagg. 156, prezzo 12 euro.
Evola e Gurdjieff erano individui privi dell'esperienza iniziatica. Il primo aveva studiato le tradizioni esoteriche, in special modo quella buddista, e il secondo aveva una personalità egocentrica e parecchie abilità individuali da truffatore, con qualche pallida nozione di pratiche iniziatiche deviate. A differenza loro René Guénon è stato un Maestro genuino della Tradizione metafisica ed esoterica, allo stesso modo di Frithjof Schuon e, prima di loro, Matgioi. Sarebbe preferibile ignorare la Tradizione invece di deformarla perché non si è in grado di comprenderne, a causa del non vedere immediato, il senso centrale. L'esperienza iniziatica, negli sparuti casi in cui è effettiva, è l'unico modo che consente di considerare le contraddizioni ai principi universali. In quanto contraddizioni rappresentano delle pure impossibilità di essere e di divenire. Non scordarti che la qualificazione essenziale a che l'Assoluto ti apra alla consapevolezza diretta è costituita dal rifiuto dei pregiudizi culturali che allontanano la Verità dall'accettare il ricercatore. Nemmeno i miracoli servono in questo ordine di realtà, e soltanto il grado di prossimità della tua intelligenza individuale a quella universale potrà contare. Più le sarà vicina e meno saranno importanti le tue opinioni personali. Chi non è disposto a scansare di lato il proprio orgoglio intellettuale non potrà vedere, perché il Vedere è privo di orgoglio, perché ciò che si vede non è invenzione personale e neppure ipotesi individuale, allo stesso modo della Verità.
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