L’arduo problema della conoscenza necessita, anzi pretende, qualificazioni tra le altre, come la pazienza, l’attesa, e quindi i tempi richiesti dalle progressive trasformazioni verso il “Sé”.
L’incapacità di aspettare, l’impazienza e ancor peggio l’impulsività, fanno acquisire difetti invece di toglierli. L’ambizione che fa presumere di essere migliori di quanto si sia in realtà, fa desiderare, in vano, il comando fine a se stesso, rende incapaci di aprire il proprio cuore e lo indurisce fino a renderlo immune, insensibile dagli influssi benefici.
La saggezza non sta nel coltivare interessi personalistici, ma nel purificarsi attraverso le difficoltà che ogni giorno si presentano dinanzi al nostro percorso.
La più grande di queste difficoltà è l’attesa. Essa, spesso, è lunga e pertanto ha il potere di stancare, il corpo, la mente e lo spirito.
La maturazione, così, è lenta ma è la sola in grado di produrre frutti duraturi e degni della pianta da cui sono nati.
Con pazienza si accede ai rudimenti della conoscenza; con pazienza si attende il momento di rendersi utili alla causa dell’Umanità; con ferma volontà si attende la manifestazione della Legge Suprema e lo splendore dell’illuminazione totale.
Così che ogni azione sia preparata con lungimiranza e con saggezza!
Quanti sono in grado di attendere pazientemente magari una vita intera pur di raggiungere l’illuminazione?
Pochi, certamente.
Ma quei pochi sono i soli che toglieranno il velo che copre la verità: ad essi è demandato l’arduo compito di tramandare la fiaccola della verità.
. . .
Se tu sai attendere . . .
Se sai forzare il tuo cuore, muscoli e nervi a servire, servire, servire . . . e il Volere che dice: Resisti!
. . .
Bando alle frenesie pur se volte al bene! [Ma potrà mai essere vero che esistono frenesie volte al bene?] Bando alle farneticazioni dell’ego.
L’eroismo dell’iniziato non consiste nell’intolleranza al temporeggiamento e alla paziente attesa, non è l’azione eroica anche a costo della vita pur di far presto e ottenere tutto per soddisfare il capriccio e la presunzione!
Quand’anche pare che il mondo crolla, quand’anche si odono le grida degli uomini che chiedono soccorso, è necessario “oggi”, prima di ogni cosa, porre le basi dell’edificio Uomo.
Per costruire un tavolo occorre legna; occorre seminare; lasciar crescere l’albero; e quando il fusto è alto e robusto, occorre tagliarlo e lasciarlo stagionare, lavorarlo, piallarlo e unire ad arte, convenientemente le parti che serviranno a realizzare l’opera. In ultimo, solo dopo un lungo e costante lavoro, sarà visibile l’opera completa.
Così è anche nel campo dello spirito.
E’ fatta necessità assoluta in questo percorso, dal Se . . . al Sé, nel viaggio che ci conduce dalla forma all’essenza, volgere lo sguardo interiore, il proprio spirito, con disposizione e coscienza a tutte le incombenze: fiducia e volontà daranno la giusta ricompensa.
Trevab.
L’incapacità di aspettare, l’impazienza e ancor peggio l’impulsività, fanno acquisire difetti invece di toglierli. L’ambizione che fa presumere di essere migliori di quanto si sia in realtà, fa desiderare, in vano, il comando fine a se stesso, rende incapaci di aprire il proprio cuore e lo indurisce fino a renderlo immune, insensibile dagli influssi benefici.
La saggezza non sta nel coltivare interessi personalistici, ma nel purificarsi attraverso le difficoltà che ogni giorno si presentano dinanzi al nostro percorso.
La più grande di queste difficoltà è l’attesa. Essa, spesso, è lunga e pertanto ha il potere di stancare, il corpo, la mente e lo spirito.
La maturazione, così, è lenta ma è la sola in grado di produrre frutti duraturi e degni della pianta da cui sono nati.
Con pazienza si accede ai rudimenti della conoscenza; con pazienza si attende il momento di rendersi utili alla causa dell’Umanità; con ferma volontà si attende la manifestazione della Legge Suprema e lo splendore dell’illuminazione totale.
Così che ogni azione sia preparata con lungimiranza e con saggezza!
Quanti sono in grado di attendere pazientemente magari una vita intera pur di raggiungere l’illuminazione?
Pochi, certamente.
Ma quei pochi sono i soli che toglieranno il velo che copre la verità: ad essi è demandato l’arduo compito di tramandare la fiaccola della verità.
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Se tu sai attendere . . .
Se sai forzare il tuo cuore, muscoli e nervi a servire, servire, servire . . . e il Volere che dice: Resisti!
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Bando alle frenesie pur se volte al bene! [Ma potrà mai essere vero che esistono frenesie volte al bene?] Bando alle farneticazioni dell’ego.
L’eroismo dell’iniziato non consiste nell’intolleranza al temporeggiamento e alla paziente attesa, non è l’azione eroica anche a costo della vita pur di far presto e ottenere tutto per soddisfare il capriccio e la presunzione!
Quand’anche pare che il mondo crolla, quand’anche si odono le grida degli uomini che chiedono soccorso, è necessario “oggi”, prima di ogni cosa, porre le basi dell’edificio Uomo.
Per costruire un tavolo occorre legna; occorre seminare; lasciar crescere l’albero; e quando il fusto è alto e robusto, occorre tagliarlo e lasciarlo stagionare, lavorarlo, piallarlo e unire ad arte, convenientemente le parti che serviranno a realizzare l’opera. In ultimo, solo dopo un lungo e costante lavoro, sarà visibile l’opera completa.
Così è anche nel campo dello spirito.
E’ fatta necessità assoluta in questo percorso, dal Se . . . al Sé, nel viaggio che ci conduce dalla forma all’essenza, volgere lo sguardo interiore, il proprio spirito, con disposizione e coscienza a tutte le incombenze: fiducia e volontà daranno la giusta ricompensa.
Trevab.
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