martedì 25 marzo 2008

Dal se al Sé


L’arduo problema della conoscenza necessita, anzi pretende, qualificazioni tra le altre, come la pazienza, l’attesa, e quindi i tempi richiesti dalle progressive trasformazioni verso il “Sé”.
L’incapacità di aspettare, l’impazienza e ancor peggio l’impulsività, fanno acquisire difetti invece di toglierli. L’ambizione che fa presumere di essere migliori di quanto si sia in realtà, fa desiderare, in vano, il comando fine a se stesso, rende incapaci di aprire il proprio cuore e lo indurisce fino a renderlo immune, insensibile dagli influssi benefici.
La saggezza non sta nel coltivare interessi personalistici, ma nel purificarsi attraverso le difficoltà che ogni giorno si presentano dinanzi al nostro percorso.
La più grande di queste difficoltà è l’attesa. Essa, spesso, è lunga e pertanto ha il potere di stancare, il corpo, la mente e lo spirito.
La maturazione, così, è lenta ma è la sola in grado di produrre frutti duraturi e degni della pianta da cui sono nati.
Con pazienza si accede ai rudimenti della conoscenza; con pazienza si attende il momento di rendersi utili alla causa dell’Umanità; con ferma volontà si attende la manifestazione della Legge Suprema e lo splendore dell’illuminazione totale.
Così che ogni azione sia preparata con lungimiranza e con saggezza!
Quanti sono in grado di attendere pazientemente magari una vita intera pur di raggiungere l’illuminazione?
Pochi, certamente.
Ma quei pochi sono i soli che toglieranno il velo che copre la verità: ad essi è demandato l’arduo compito di tramandare la fiaccola della verità.
. . .
Se tu sai attendere . . .
Se sai forzare il tuo cuore, muscoli e nervi a servire, servire, servire . . . e il Volere che dice: Resisti!
. . .
Bando alle frenesie pur se volte al bene! [Ma potrà mai essere vero che esistono frenesie volte al bene?] Bando alle farneticazioni dell’ego.
L’eroismo dell’iniziato non consiste nell’intolleranza al temporeggiamento e alla paziente attesa, non è l’azione eroica anche a costo della vita pur di far presto e ottenere tutto per soddisfare il capriccio e la presunzione!
Quand’anche pare che il mondo crolla, quand’anche si odono le grida degli uomini che chiedono soccorso, è necessario “oggi”, prima di ogni cosa, porre le basi dell’edificio Uomo.
Per costruire un tavolo occorre legna; occorre seminare; lasciar crescere l’albero; e quando il fusto è alto e robusto, occorre tagliarlo e lasciarlo stagionare, lavorarlo, piallarlo e unire ad arte, convenientemente le parti che serviranno a realizzare l’opera. In ultimo, solo dopo un lungo e costante lavoro, sarà visibile l’opera completa.
Così è anche nel campo dello spirito.
E’ fatta necessità assoluta in questo percorso, dal Se . . . al Sé, nel viaggio che ci conduce dalla forma all’essenza, volgere lo sguardo interiore, il proprio spirito, con disposizione e coscienza a tutte le incombenze: fiducia e volontà daranno la giusta ricompensa.

Trevab.

lunedì 24 marzo 2008

"Sé" - Manifesto Filosofico


“Sé” – Manifesto filosofico

La Verità, secondo la Tradizione Metafisica, è Realtà di là dalle sue possibili manifestazioni. Se la verità è la Realtà Una, allora il molteplice, espresso dalla manifestazione, non risponde ad essa ma è simile all’opinione (Doxa). Le opinioni si sa, sono quante sono gli uomini: soggettive, verosimili, ma non assolute. In termini assoluti le opinioni appartengono all’apparenza, alle moltitudini di forme che appaiono e scompaiono sul palcoscenico della manifestazione.
La Verità dunque è conoscenza della Realtà.
Questa conoscenza, che si distingue profondamente dall’erudizione, o meglio dalla cosiddetta conoscenza profana, è coscienza-consapevolezza, è gnosis-sophia, è Metafisica Realizzativa, poiché realizza l’essere, il Sé.
La Metafisica Realizzativa, ma potremmo chiamarla anche Filosofia Realizzativa, comporta che l’esperienza che si fa di questa non resti un fatto culturale e libresco di cui farne sfoggio, va invece sperimentata e vissuta direttamente, giorno dopo giorno, incessantemente, fino a divenire un modo di essere, fino a realizzare l’essere, il Sé.
La Verità come l’Essenza è in ognuno di noi, è il Dio silente che attende il nostro risveglio, è immanente e trascendente allo stesso tempo.
La Tradizione Iniziatica essendo Metafisica è metastorica, di carattere non umano, quindi sovraumana, di là dalle forme particolari; è soprannaturale e pertanto non ha nulla a che fare con la rivelazione esclusiva di qualcuno.
La Metafisica Tradizionale, - l’iniziazione - è bene ribadirlo si occupa della ricerca e della conoscenza del Sé. Questa conoscenza iniziatica, spirituale per eccellenza, porta alla catarsi interiore, e per colui che la assimila, è conoscenza d’identità. L’essere, così, diviene quello che conosce.
Gnwqi Sauton. Rispondendo al monito socratico Conosci te stesso - il tuo Sé - conduciamo la nostra ricerca. E’ al nostro risveglio interiore che indirizziamo il nostro lavoro.”
Centro Studi Tradizionali “Sé